domenica 8 settembre 2024

Vaia, Drago Regeneration e Lupa del Lagorai

E' successa una cosa terribile: quasi un anno dopo questo post, il 22 agosto 2023, il Drago Vaia che mi aveva preso il cuore è stato distrutto da un incendio doloso. Mi si è fermato il respiro, per quello che quella giornata mi aveva lasciato, ma soprattutto per l'amarezza di quanto si possa essere incredibilmente stupidi e cattivi.
Appena saputo dell'intenzione dell'artista Martalar di realizzarne un altro, quindi, l'accordo con Patty è stato istantaneo, non potevamo non tornare in quel posto incantato.

E quindi eccoci di nuovo in viaggio verso Magrè di Lavarone (TN), poco più di due anni dopo e a soli due mesi dall'inaugurazione della nuova opera. Ieri c'era anche Marcella con noi e il sole splendeva regalandoci una giornata da cartolina.

Stesso percorso di due anni fa, che consiglio nuovamente: lasciate l'auto al parcheggio Gionghi e prendete il Sentiero del Drago.


Chiacchierando, ci siamo un po' "perse" abbandonando il percorso tematico e non abbiamo visto La Frau, ma sarà uno spunto per tornare magari!
Il sentiero nel bosco, semplice e ombreggiato, si percorre tranquillamente in circa 40 minuti, e si arriva al punto panoramico dove ora svetta il Drago Vaia Regeneration; lungo 17 metri e alto 7, realizzato con legno carbonizzato (scelta molto simbolica dell'artista), è la scultura di drago in legno più grande al mondo, ed è davvero meraviglioso ♥

Come immaginavo -e temevo- ieri era piuttosto affollato, vista la bella giornata ma data anche la grande risonanza che hanno avuto il folle gesto e la seguente raccolta fondi per la ricostruzione; non era tutto per noi, ma arrivando abbastanza presto al mattino e con un po' di pazienza, siamo lo stesso riuscite a fare qualche foto.

Questa nuova scultura ricorda indiscutibilmente le creature della serie "House of the Dragon", più possente della precedente, è uno straordinario fascio di muscoli e nervi di legno scuro e al contempo è di una stupefacente leggerezza, ci si perde nei particolari così dettagliati e realistici...
 


 
...ed è apparentemente meno coccoloso ^_^ 
 
Ecco la foto di gruppo con le Tre Decine (chi la capisce è bravo 😉).
Non era nemmeno mezzogiorno e la zona iniziava a sovraffollarsi; pensando a cosa fare il resto della giornata, ci è venuto in mente che non troppo distante c'è un'altra opera di Martalar, e verificata la fattibilità (non solo chilometrica in auto ma soprattutto di eventuale camminata sul posto), abbiamo deciso di dirigerci verso la frazione di Vetriolo di Levico (TN).
Dopo un'oretta di tornanti montani, abbiamo pranzato ottimamente al ristorante dell'Albergo Aurora e poi, lasciata l'auto un paio di chilometri più avanti, ci siamo incamminate per il facile percorso di circa un chilometro verso la Lupa del Lagorai.
Adoro questi sentieri che sembrano portarti alle nuvole e che celano il prossimo scorcio dopo la curva. Come si fa a non amare la montagna in estate?! 💚💙
La Lupa, alta 6 metri, si trova a quota 1600 s.l.m. e domina la Valsugana e i suoi laghi di Caldonazzo e Levico. Come per altre sue opere, Martalar l'ha costruita utilizzando scarti di legno degli alberi distrutti dalla tempesta Vaia del 2018, che ha ferito così profondamente la zona di Vetriolo che se ne vedono ancora i segni.
Dietro la curva inizia ad intravedersi lei, ululante verso il cielo.
Qui c'è molta meno gente e riusciamo a godercela un po' di più,
ma siamo anche riuscite farci fare una foto insieme a un'ospite speciale, Sailor. 

Opere creative, fantastiche, imponenti, scenografiche e fotogeniche, che ci portano a visitare in modo spensierato luoghi meravigliosi, però spero facciano sempre riflettere sul perché siano state pensate e costruite, e a tal proposito riporto dalla rete
*quello che è stato Vaia: "Il 29 ottobre del 2018 un vento uragano che ha superato in Trentino i 200 km/h ha ferito le nostre montagne. Un evento meteorologico estremo proveniente dall’Atlantico ha schiantato milioni di alberi, con la conseguente distruzione di decine di migliaia di ettari di foreste alpine. 
La tempesta porta il nome di Vaia Jakobs, manager di una multinazionale tedesca. Il suo nome si è reso immortale dopo che suo fratello Skouras, nel 2017, per farle un regalo originale di Natale, lo regalò all’Istituto di Meteorologia dell’Università di Berlino per poterlo assegnare in modo casuale a uno specifico evento. Un gesto d’amore finito, ai dadi, sul tavolo sbagliato. Perché Vaia è un nome di pace e non di guerra, è quello delle foglie di palma che la folla agitò per accogliere il ritorno di Gesù a Gerusalemme, quello della Domenica delle Palme."
*e come lavori l'artista: "Martalar non ha usato né vernici né oli per limitare i danni dell’usura, ma ha lasciato i materiali al loro stato naturale. Le sue sculture sono quindi destinate a scomparire con il passare del tempo, sotto la forza della neve e del vento."

E tornando sui nostri passi, abbiamo salutato per l'ultima volta la padrona di casa
e fatto un ultimo pit-stop al bar di fronte al parcheggio, dove abbiamo trovato una simpaticissima -e totalmente realistica- insegna😄

La giornata è volata, ci siamo divertite tanto e abbiamo parlato un sacco di tutto; questo nostro sentirci ogni giorno a distanza pare non bastarci mai, e quando ci troviamo di persona, questo legame ventennale si fa sempre più indissolubile.

☙ Così diverse e così vicine, queste Tre Decine, grazie ragazze! ❧

Federica

1 commento:

Marevan ha detto...

Bellissimo riassunto di una giornata stupenda!